Gianni Depaoli
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DOTT. PROF. EMANUELA CATALANO - CRITICO STORIA DELL' ARTE -FIRENZE

Parte da una data di nascita immortalata nell’ immaginario collettivo da più di trent’anni. Era da poco nato quando Lucio Dalla faceva dolcemente stupire l’ Italia con le note di “4 marzo 1943”.

E così Gianni Depaoli, anche lui nato il 4 marzo, vorrebbe stupirci, e ci sta riuscendo.

Come Lucio Dalla, non tralascia mai di guardarsi attorno, di percepire il mondo, e la “ voce degli altri”: ancora è la musica di Dalla che ci guida a capire da dove muove questo artista, il cantautore ci racconta del coyote sulla collina che parla, “ulula” con la luna. Ecco che si apre un varco per la nostra comprensione: gli animali.

Depaoli è proprio uno dei pochi che è ancora cosciente del fatto che l’ uomo è un animale che guarda con supponenza e crudeltà inaudita gli altri viventi.

Per Gianni Depaoli tutto attorno a noi è da guardare con attenzione, e da usare, approcciare “pensando”, altrimenti si possono commettere danni, errori, uccisioni, irreparabili; egli teme che la leggerezza che guida ancor oggi il comportamento degli uomini precipiti definitivamente il nostro pianeta in un baratro.

E’ così che pian piano, mentre fa ben altro lavoro, ha iniziato, quasi inconsciamente, a veicolare, attraverso quello, principi etici che man mano si presentano alla sua coscienza umana e che non può rifiutare.

Come Manzoni che da Romantico prese, con la lettera a Monsieur de Chauvet, le misure dal Romanticismo europeo, rifiutando ciò in cui non si riconosceva, Gianni Depaoli uomo Moderno, calato nell’ attualità, rifiuta i modi aberranti e contro natura che caratterizzano gli uomini del nostro tempo, non si riconosce in chi opera per sé ai danni di un altro essere vivente.

Ma fa di più, con i suoi mezzi artistici denuncia e stigmatizza prevaricazioni e comportamenti umani che pregiudicano la vita del pianeta, le relazioni fra gli umani, e quelle fra essi e gli altri animali e con l’ ambiente.

Ecco quindi un individuo raro che al posto di fare il prete o il filosofo o peggio ancora il sociologo, ci conduce nell’ Arte, talora sorridendo e talora inorridito, per renderci coscienti che esiste un etica del vivere che l’ uomo deve a sé stesso, alla sua razza, a tutte le razze animali viventi sul nostro misero pianeta.

E’ quindi, quella di Gianni  Depaoli, un’ Arte che ha eminenti radici sociali ma che si configura come una forma di Arte Concettuale con cadenze poetiche diversificate dall’ umore e dall’urgenza comunicativa.

Un’ Arte di denuncia forte come l’ urlo straziante di un moribondo, o più dolente e sommessa, ma sempre testimonianza ferma e recisa di un pensiero che non conosce compromessi sulla pelle di nessuno.

Per “Società” questo autore intende non solo quella degli uomini, ma anche degli animali, dei prati,dei monumenti, delle fabbriche.

L’Arte, quella antica, quella dei Musei e dei monumenti anneriti dallo smog lo avvince, lo seduce, ed egli la rispetta e la venera, però sa che senza amore nulla vive.

Ed allora per la sopravvivenza dell’Arte e della vita, in generale quella umana ma anche animale, vegetale e ambientale si è fatto Artista.

 

Artista suo malgrado, ma quasi per logica deduzione, un passo indietro al protagonismo e al gigionismo dei Divi, con l’ occhio sincero e modesto del neofita che ci crede per davvero.

Ci crede perché lui è così, genuino e provinciale, tecnologico e ambientalista, professionale e sognatore.

Parte da molto lontano Gianni Depaoli, dall’ amore per gli animali e la voglia di vedere cosa poteva fare con le mani piuttosto che battere i tasti di una calcolatrice come un qualunque ragioniere.

Inizia con i trofei di pesca, le esche per ami, per passare alle decorazioni per pescherie e musei e poi ancora avanti.

Osserviamo, guardando alcune opere, i materiali, che possono ancora darci qualche illuminazione sulla poetica di questo autore, giovane ma non per questo acerbo, piuttosto fresco e assaporabile come un succoso frutto, naturalmente di stagione.

I materiali sono afferenti tanto al mondo della natura, quanto a quello della tecnologia, provengono da diversi ambiti, quello della scienza, della chimica, o da quello umano.

Parliamo di sabbia, legno, tasti di calcolatrice o di macchine da scrivere, carcasse di computer, scarpe vecchie o pezzi di tessuto usato, resine dalla consistenza apparentemente simile a quella del miele.

Ma, attenzione, è un avvertimento, se parecchi materiali provengono dalla discarica, se molti sono dei veri e propri rifiuti, non si tratta di Trash Art, neppur per niente.

Anche le modalità, le tecniche con cui si esprime sono diversificate e direttamente connesse con il pensiero che sottende la creazione.

Alcuni materiali, più volte ricorrenti, gli sono particolarmente congeniali, ad esempio la resina, che, allo stato “mieloso” viene stesa con il solo ausilio delle dita o con tecniche di “dripping”, un po’ come faceva Pollok con la vernice.

Però occorre tenere presente che la speciale resina impiegata non reagisce come la vernice o gli acrilici, dopo la fase di pigmentazione ha tempi di reazione molto ristretti, non più di un minuto e mezzo.

 

Questo forte vincolo temporale all’ azione creativa attira molto l’ Autore che dichiara trasmettergli “il senso della vita”, come quando in pochi istanti si deve prendere grandi decisioni, patendo e godendo poi, le situazioni che ne deriveranno, senza più poterle modificare.

Gianni Depaoli in questi anni di attività ha già attraversato periodi, talora anche caratterizzati da colori, nei quali lo spirito dell’ autore cerca distensione e “pulizia interiore”, spesso questi sono “periodi di transizione” tra la creazione di “installazioni” o opere con tematiche molto “forti” come la guerra, inquinamento, diritti civili, violenze sugli animali. Sono periodi che l’ Autore definisce “sabbatici”, che gli permettono il giusto distacco dal brutto / violento/ raccapricciante, proprio di certe tematiche che, comunque, non vuole scantonare, nascondendo la testa nella sabbia.

Quando è in fase creativa delle opere più fortemente caratterizzate in senso etico, l’Autore è costretto a informarsi guardando, e dunque vivendo, documentazioni scritte, o immagini fotografiche o suoni e immagini video, anche raccapriccianti, che si “ costringe a vedere”, per nutrire la sua creatività.

Pertanto i periodi di distacco dalle tematiche sociali rappresentano periodi di ristoro dell’ Anima.

Il fatto che Gianni Depaoli, come tutti i veri Artisti, vive continuamente in preda all’ emozione creativa che si accende frequentissimamente in lui obbligandolo a seguirla.

Nell’ arco delle sue giornate egli vive innumerevoli emozioni, anche discordanti tra loro, talora addirittura in contrapposizione, egli stima che il suo “periodo” sia la “frazione” di tempo che scorre.

 

Uno dei cardini attorno a cui si raggruma più spesso la sua creatività è la “Goccia”.

La Goccia che disseta, irriga, nutre, procrea, ma può anche devastare, inquinare, dissanguare, contaminare, uccidere.

La Goccia è l’ unità che si moltiplica, si propaga, ridonda della sua poetica che è profondamente intrinseca all’ uomo e alla natura.

 

Analizziamo ore alcune opere di questo Autore, quelle che maggiormente mi sono rimaste impresse:

Apartheid 2008, Installazione di indumenti militari usati su di un piano riproducente terreno desertificato, con presenza di filo spinato.

E’ una opera accorata e desolata che impone la riflessione su comportamenti profondamente lesivi di un valore senza il quale la vita stessa non esiste, la libertà.

Desaparecidos 2009 Colata di resina nera, stesa con le dita, inglobante pezzi di viso umano in resina trasparente e filo spinato coeso e inglobato.

Testimonianza del dolore con cui sono “spariti”degli esseri viventi per il solo fatto di essere scomodi testimoni di folli comportamenti.

Deterioramento Musicale 2009, Busto umano in legno e colate di resina, inglobanti una maschera in resina (per il sembiante umano) componenti elettroniche, una pinza ed una spirale di resina rossa.

Analisi poetica della musica elettronica, che deteriora l’ umanità e la cultura, testimoniante insieme dal calco la valenza poetico-sentimentale è simbolizzata dalla spirale rossa, come il sangue e la vita stessa.

Energia d’ Amore 2008, Altro su tela 120 x 120, resine colate, pigmenti e dripping.

Energia incontrollabile generata dalla passione d’ amore, corrisposta o negata, forte emozione.

Così la analizza egli stesso lasciando a noi solo di rilevare quanto altamente umana sia quest’ opera che fortissimamente grida i sentimenti e cioè quella parte che è unica dell’ uomo fra gli animali.

 

Opere di quest’ Autore, così fremente di attualità nel suo creare, si trovano esposte non solo in Gallerie d’ Arte, ma anche in Parchi naturalistici o in luoghi legati alla tecnologia, a maggior testimonianza che i nostri tempi hanno in Gianni Depaoli un interprete autentico e completo consapevole che, deputato all’ arte, è qualunque luogo frequentato dagli umani.

 

Dott. Prof. Emanuela Catalano

 

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